Stati alterati di coscienza. Un bisogno evolutivo?

Un viaggio attraverso gli stati alterati di coscienza non chimicamente indotti

Le droghe e le sostanze psicoattive, in particolare gli allucinogeni, producono stati alterati di coscienza. Ma alterati rispetto a cosa? Una risposta potrebbe essere: rispetto alla coscienza ordinaria che caratterizza gli stati di veglia. In questo caso, tuttavia, la coscienza ordinaria è ‘normale’ soltanto in quanto statisticamente più frequente; non si parla di normalità intesa come stato ideale di funzionamento. Nella vita quotidiana, infatti, la nostra specie sperimenta stati di coscienza – non chimicamente indotti – molto diversi tra loro riferiti da tipologie differenti, ma altrettanto indispensabili, di attività cerebrale.Ne sono un esempio i sogni, il dormiveglia, la meditazione, l’ipnosi o gli stati alterati generati da diversi gradi di concentrazione e di attivazione emotiva. La coscienza, dunque,

Stato alterato di coscienza

Per definizione, uno stato di coscienza alterato è caratterizzato da un cambiamento qualitativo nel modo di funzionare della mente, però senza che questo implichi la presenza di una qualche patologia. Tale cambiamento coinvolge numerosi fattori, sia metabolici che non, come:

  • la memoria
  • il tipo di ragionamento
  • la velocità di ragionamento
  • il senso d’identità
  • le facoltà motorie
  • percezione del tempo
  • percezione dello spazio
  • percezione del significato delle cose

Il sogno

I sogni sono un tipico esempio di stato di coscienza diverso da quello della veglia. Il è un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM (ma anche a quella NREM1 e NREM2), caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni che sembrano reali dal soggetto sognante. Studi di neurofisiologia del sonno, infatti, hanno dimostrato i sogni attivano le aree deputate alla vista in modo del tutto simile a quando siamo svegli (Solms 2000 [i] ). Il sogno è l’espressione di un’attività cerebrale che viene influenzata dalla memoria, dalle nostre esperienze e, in generale, dall’incorporazione di stimoli esterni e interni (Domhoff, 2017 [ii] ).Il sogno, spesso illogico e irrazionale, quindi, è uno stato alterato di coscienza, ben diverso dalla veglia lucida, ma che riflette il buon funzionamento del nostro cervello e la sua organizzazione mnemonica e neuro-emotiva.

Allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche

Altri stati alterati di coscienza che alcuni di noi hanno sperimentato sono le ‘allucinazioni del dormiveglia’. Le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche consistono in illusioni particolarmente vivide di tipo visivo o uditivo che possono presentarsi all’inizio del sonno (ipnagogiche) o, meno frequentemente, al momento del risveglio (ipnopompiche). Questi fenomeni non sono facilmente distinguibili da un’intensa “rêverie” e sono in qualche modo simili ai sogni vividi.

 

Esistono, inoltre, altri stati alterati di coscienza cui è possibile arrivare senza far uso di sostanze psicoattive. La meditazione, l’ipnosi, sconfiggendo esercizi spirituali e una serie pratiche rituali, ad esempio diversi da quelli di arrivare a stati molto che caratterizza la normale condizione di veglia lucida. Stati di coscienza non ordinaria, dunque, si possono ottenere anche con tecniche comportamentali senza il ricorso ad agenti farmacologici che modificano i processi nervosi.

La meditazione

La parola “mindfulness” significa “consapevolezza”, “piena attenzione”. Si tratta di uno stato di coscienza in cui siamo testimonianze vigili e presenti dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e percezioni. La meditazione mindfulness è una pratica finalizzata allo sviluppo della capacità di prestare attenzione al momento presente, attraverso la ricerca di uno stato mentale non giudicante e caratterizzato da un alto grado di consapevolezza di sé. Chi si impegna in questo tipo di training mentale impara a rimanere concentrato sul proprio respiro, sulle sensazioni provenienti dal proprio corpo o su altri oggetti d’attenzione in modo accogliente e aperto. Allo stesso tempo questa pratica tende ad allenare l’attitudine ad osservare gli stati mentali, riconoscerli e lasciarli andare. Ciò permette l’acquisizione progressiva la capacità di acquisire pensieri ed emozioni in modo neutro e distaccato. La pratica della mindfulness determina una riduzione dei livelli di stress e un miglioramento del tono dell’umore, associati inoltre a cambiamenti nell’organizzazione anatomica e funzionale del sistema nervoso per effetti di processi neuroplastici attivati ​​dalla ripetizione dell’esercizio.

L’ipnosi

L’ipnosi è una tecnica che può indurre uno stato di coscienza caratterizzato da una amplificata suscettibilità alla suggestione [iii] . Si tratta, in realtà, di uno stato mentale naturale e fisiologico nel quale si entra inavvertitamente innumerevoli volte nella vita. Ogniqualvolta siamo concentrati, assorti, rapiti, incantati da qualcosa che catalizza la nostra attenzione a un punto tale da ignorare tutto ciò che ci succede intorno e da perdere la concezione del tempo, siamo, di fatto, “ipnotizzati”. L’ipnosi può indurre uno stato di alterazione delle percezioni e della coscienza. Una condizione che ha una sua utilità: ci permette, infatti, di mobilitare e rendere utilizzabili risorse che altrimenti sarebbero inaccessibili, con il risultato – per esempio – di migliorare una performance o di facilitare il ripristino dell’equilibrio e del benessere. Ne è un esempio l’ ipnosi terapeutica utilizzata per la cura del tabagismo.

La trance mistica

La trance è uno stato psicofisiologico caratterizzato da fenomeni quali insensibilità agli stimoli esterni, perdita o attenuazione della coscienza e dissociazione psichica. Dal punto di vista religioso esistono numerosi esempi di pratiche volte al raggiungimento di questa trance. Basti pensare alla ripetizione ossessiva delle litanie, alle tecniche di preghiera che prevedono il mantenimento di una postura invariata (dopo un certo tempo l’immobilità indurre un annullamento della percezione corporea alle danze tradizionali africane o ai mantra.

 

Gli stati non ordinari di coscienza hanno spesso accompagnato l’elaborazione di contenuti e strutture concettuali fortemente innovativi. La trance mistica ha portato alla creazione di nuovi sistemi religiosi, il sogno e le associazioni mentali del dormiveglia sono state varie volte all’origine di importanti manifestazioni della creatività artistica ma anche scientifica, come il famoso sogno, sognato due volte, con cui Otto Loewi , immaginava la procedura sperimentale grazie al quale nel 1921 dimostrerà per la prima volta che la neurotrasmissione è mediata chimicamente da sostanze rilasciate dai terminali delle fibre nervose.

Gli stati alterati di coscienza come la meditazione, i fenomeni ipnotici, la concentrazione possono contenere inoltre strumenti formidabili per affrontare il dolore, oppure stimoli e situazioni problematiche proprie dell’ambiente esterno o delle dinamiche personali e intrapsichiche. In questo senso, gli stati alterati di coscienza possono avere un grande potenziale ai fini della sopravvivenza, dello sviluppo psichico nell’individuo e del progresso culturale. Essi potrebbero rappresentare la maniera attraverso cui un uso più pieno ed efficace del sistema centrale.

Considerato in questa prospettiva, l’impulso a sperimentare stati psicologici alterati – in particolareo periodi di distacco dalla coscienza razionale e centrata sull’io, oppure forme diverse di percezione della realtà e autocoscienza – acquista una sua logica e, curioso a dirsi, una sua razionalità. Una logica che potrebbe dar conto dell’apparentemente paradossale mantenimento nelle specie animali e nell’uomo di un tratto evolutivo, come quello dell’uso di sostanze psicoattive, carico di rischi per il normale funzionamento di un organismo, per suo adattamento all’ambiente e per la sopravvivenza della specie.

Stati alterati di coscienza: un bisogno evolutivo

Se accettiamo questo ragionamento evolutivo, l’idea che gli stati alterati di coscienza possono conferire una qualche forma di beneficio adattativo, e che la loro ricerca costituisca un impulso connaturato della biologia umana particolare sullo studio della possibilità di un consumo meno dannoso e sulla messa a punto di strategie culturali in grado di promuovere un utilizzo più consapevole e controllato. Stiamo parlando di un impiego socialmente modulato, legato a particolari significati, valori e momenti. Un tipo di uso regolato che, purtroppo, nella società moderna è diventato difficile, se non impossibile.

Stefano Canali e Giulia Virtù 

[i] Solms, M. (2000) I sogni e il sonno REM sono controllati da diversi meccanismi cerebrali. Comportamento Cervello Sci. 23, 843–850.

[ii] Domhoff, GW (2017) L’invasione dei concept snatcher: le origini, le distorsioni e il futuro dell’ipotesi della continuità. Sognare, 27, 14.

[iii] Mendelsohn, A., Chalamish, Y., Solomonovich, A. e Dudai1, Y. (2008). Ricordi ipnotizzanti: substrati cerebrali della soppressione della memoria episodica nell’amnesia postipnotica. Neurone, 57(1), 159–170

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Stefano Canali

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