Non accettazione delle emozioni e consumo di sostanze psicoattive

Marc Quinn Emotional Detox The Seven Deadly Sins II

La ricerca sul consumo di sostanze psicoattive, dall’alcol al tabacco alle droghe illegali sembra aver conclusivamente dimostrato che una delle più importanti cause dell’uso è lo stress del coping, vale a dire lo stress legato al fronteggiamento delle difficoltà, soprattutto il tentativo di regolare le emozioni, di attenuare gli stati emotivi negativi, come ansia, tristezza, rabbia. È un fatto peraltro quasi universalmente confermato da chi consuma droghe e sostanze psicoattive lecite.

 

La regolazione emotiva

La regolazione emotiva si realizza attraverso diversi domini e processi psicologici interconnessi. Per il tramite delle funzioni cognitive ad esempio, nella capacità di riconoscere le emozioni e di saper avviare strategie comportamentali efficaci di adattamento e riadattamento. Ma anche in virtù della capacità di accogliere, accettare, la presenza di stati emotivi negativi senza lasciarsi sopraffare da essi o reagire in modo svantaggioso e inopportuno. Allo stesso modo fondamentale nella regolazione delle emozioni è l’autocontrollo, vale a dire la capacità di inibire una risposta impulsiva innescata da un’emozione.

Un recente studio ha provato a indagare quale tra i diversi domini della regolazione delle emozioni sia quello decisivo nell’innesco di questa distorta strategia di adattamento (Gold et al., 2019).

Lo studio è stato condotto su un campione di 68 soggetti in trattamento per dipendenza da eroina.

 

I Motivi dell’uso di Sostanze Psicoattive

La ricerca ha prima indagato i motivi dell’uso delle sostanze usando il “Questionario sui Motivi dell’uso di Droga” (Comeau, Stewart, & Loba, 2001). Il questionario chiede di esprimere il grado di accordo da 1 a 5 a una serie di affermazioni sul perché il soggetto consuma droghe, tra cui:

– Per dimenticare le tue preoccupazioni.

– Perché i tuoi amici ti spingono a consumare.

– Perché ti aiuta quando ti senti depresso o nervoso.

– Perché ti piace la sensazione.

– In modo che gli altri non ti prendano in giro perché non consumi

– Perché è eccitante.

– Per sballarsi.

– Per adattarsi a un gruppo che ti piace.

– Perché ti senti più sicuro di te e sicuro di te stesso.

– Per dimenticare i problemi.

Le affermazioni del questionario sono riferibili alle 4 principali motivazioni del consumo: 1) coping (fronteggiamento stati emotivi negativi); 2) pressioni dei pari verso il consumo; 3) uso strumentale per potenziare o manipolare gli stati mentali funzionali; 4) uso sociale, per tentare di migliorare la capacità di entrare in relazione con gli altri.

I risultati di questo questionario hanno confermato che anche nel gruppo di soggetti dipendenti da eroina la causa principale dell’uso è il fronteggiamento degli stati emotivi negativi, il coping.

 

Le difficoltà nella regolazione emotiva

La ricerca ha quindi misurato le difficoltà di regolazione delle emozioni di attraverso la “Scala delle difficoltà nella regolazione emotiva” (DERS). La DERS (Gratz & Roemer, 2004) è uno strumento di misurazione in self-report che rileva le proprietà soggettive in diversi domini della regolazione delle emozioni:

1) la difficoltà ad accettare le risposte emotive negative; misurata ad esempio dal grado di accordo del rispondente ad alcune affermazioni tra cui: “Quando sono arrabbiato, mi sento in colpa per sentirsi in quel modo”;

2) la difficoltà a intraprendere comportamenti finalizzati verso obiettivi; misurata chiedendo l’accordo su affermazioni come: ” Quando sono arrabbiato, ho difficoltà a concentrarmi “;

3) la difficoltà nel controllo degli impulsi; misurata chiedendo l’accordo su affermazioni come: ” Quando sono arrabbiato, perdo controllo sui miei comportamenti “);

4) la mancanza di consapevolezza emotiva; misurata chiedendo l’accordo su affermazioni come: ” Sono attento ai miei sentimenti “;

5) l’accesso limitato a strategie di regolazione delle emozioni; misurata chiedendo l’accordo su affermazioni come: ” Quando sono arrabbiato, finisco poi per sentirmi molto depresso “;

6) la mancanza di chiarezza emotiva; misurata chiedendo l’accordo su affermazioni come: “Ho difficoltà a dare un senso ai miei sentimenti”).

 

La non accettazione delle emozioni negative sembra la causa principale dell’uso delle droghe

I ricercatori hanno quindi messo in correlazione i risultati ottenuti attraverso il “Questionario sui Motivi dell’uso di Droga” con quelli ricavati dalla somministrazione della “Scala delle difficoltà nella regolazione emotiva” (DERS). In questo modo hanno coerentemente accertato che il punteggio totale DERS era significativamente associato ai motivi di coping per l’uso. Vale a dire maggiori le difficoltà nella regolazione delle emozioni maggiore era il punteggio nel dominio del coping tra le ragioni dell’uso di droghe.

Meno ovvio e più significativo però un altro risultato. Tra le varie dimensioni delle difficoltà di regolazione delle emozioni misurate dalla DERS, solo una risultava predittiva in modo univoco dell’uso di droghe come coping, come strategia di fronteggiamento di emozioni negative. Questa dimensione è la non accettazione delle emozioni negative. La ricerca così sembra dimostrare che una importante motivazione al consumo di sostanze è l’incapacità di accogliere, di accettare, gli stati affettivi sgradevoli: la tendenza a reagire negativamente alle emozioni disturbanti, così aggravandole.

Ciò suggerisce di incrementare la ricerca e il lavoro di messa a punto di pratiche e training cognitivi ed emotivi tesi ad aumentare la capacità di accettazione, la consapevolezza non reattiva dei propri stati emotivi, potrebbe essere una strategia efficace nel trattamento delle dipendenze. Un esempio di queste pratiche è quella della Acceptance & Commitment Therapy ACT – la Terapia basata sull’accettazione e sull’impegno.

 

La Terapia basata sull’accettazione e sull’impegno

L’ACT è una forma di terapia cognitivo comportamentale che incorpora una serie di obiettivi e tecniche mindfulness, come soprattutto l’accettazione, la consapevolezza, l’apertura, e il decentramento dai contenuti mentali (Hayes et al. 2012). Piuttosto che insegnare principalmente a controllare meglio pensieri, emozioni e comportamenti, come fanno le più tradizionali forme di terapia cognitivo comportamentale l’ACT mira in primo luogo a sviluppare nel cliente la capacità di osservare, accettare i contenuti mentali indesiderati e quindi a staccarsi da essi con la defusione. La condizione di accettazione, non evitamento, è la precondizione per la comprensione dell’esperienza contestuale del sé. Questa comprensione muove la ricerca di strategie contestuali e di repertori comportamentali più vasti e flessibili, più consapevolmente conformi ai valori del cliente anche all’interno di esperienze dolorose (Hayes et al. 2006).

Uno studio di revisione del 2015 ha dimostrato la maggiore efficacia dell’ACT rispetto al placebo e ai trattamenti comuni per I disturbi d’ansia, la depressione e il disturbo da uso di sostanze (A-Tjak et. Al. 2015).

 

Esprime questa idea anche la bella poesia del poeta e mistico persiano Gialal ad-Din Rumi (1207–1273), “La locanda“:

L’essere umano è una locanda,
ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.

Una gioia, una depressione, una meschinità,
qualche momento di consapevolezza arriva di tanto in tanto,
come un visitatore inatteso.

Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!
Anche se è una folla di dispiaceri
che devasta violenta la casa
spogliandola di tutto il mobilio,

lo stesso, tratta ogni ospite con onore:
potrebbe darsi che ti stia liberando
in vista di nuovi piaceri.

Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia,
vai incontro sulla porta ridendo,
e invitali a entrare.

Sii grato per tutto quel che arriva,
perché ogni cosa è stata mandata
come guida dell’aldilà.

Da: Jalal al Din Rumi, Poesie mistiche, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1980

 

Stefano Canali

 

Riferimenti bibliografici

A-Tjak, JG; Davis, ML; Morina, N; Powers, MB; Smits, JA; Emmelkamp, PM (2015). “A meta-analysis of the efficacy of acceptance and commitment therapy for clinically relevant mental and physical health problems.”. Psychotherapy and psychosomatics. 84 (1): 30–6.

Comeau, N., Stewart, S. H., & Loba, P. (2001). The relations of trait anxiety, anxiety sensitivity, and sensation seeking to adolescents’ motivations for alcohol, cigarette, and marijuana use. Addictive Behaviors, 26(6), 803–825.

Gold, A. K., Stathopoulou, G., & Otto, M. W. (2019). Emotion regulation and motives for illicit drug use in opioid-dependent patients. Cognitive Behaviour Therapy, 1–7. doi:10.1080/16506073.2019.1579256.

Gratz, K. L., & Roemer, L. (2004). Multidimensional assessment of emotion regulation and dysregulation: Development, factor structure, and initial validation of the difficulties in emotion regulation scale. Journal of Psychopathology and Behavioral Assessment, 26(1), 41–54. doi:10.1023/B:JOBA.0000007455.08539.94.

Hayes, Steven C.; Strosahl, Kirk D.; Wilson, Kelly G. (2012). Acceptance and Commitment Therapy: The Process and Practice of Mindful Change (2 ed.). New York: Guilford Press.

Hayes, S. C., Luoma, J. B., Bond, F. W., Masuda, A., & Lillis, J. (2006). Acceptance and commitment therapy: Model, processes and outcomes. Behaviour Research & Therapy, 44(1), 1–25.

 

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