Pandemia COVID-19: impulso epigenetico ai disturbi mentali

Gli aspetti virologici, infettivi e le implicazioni psicosociali dei provvedimenti per il contenimento della pandemia di COVID-19 possono rappresentare un micidiale combinato per l’epigenetica dei disturbi mentali e favorire ansia, panico, fobie, depressione, dipendenze, disturbi del sonno e sintomi dissociativi come il suicidio.

 

Cos’è l’epigenetica

Per epigenetica si intende l’insieme dei processi – dal livello molecolare a quello comportamentale, passando per il piano fisiologico -, che contribuiscono a determinare, modificare e regolare continuamente tutte le funzioni geniche. Le funzioni dei geni provvedono alla sintesi di ogni minuto elemento strutturale e funzionale alla base del mantenimento dei processi vitali. L’attività dei geni è costantemente modulata dall’ambiente, dagli stimoli esterni, dall’esposizione a nutrienti, batteri, virus, altri agenti e sostanze nel contesto in cui un individuo vive e dagli stessi comportamenti della persona, che portano a modi diversi di sollecitare strutture e funzioni diverse del corpo. Ambiente e comportamento, stili di vita, organismi con cui interagiamo plasmano l’attività dei geni e quindi lo sviluppo e la incessante trasformazione del nostro corpo e della nostra mente.

 

Infezione da COVID-19, neurotrasmettitori ed emozioni

Cristalli di vino rosato al microscopio elettronico

Un primo elemento da sottolineare a questo proposito è che il gene che codifica il recettore primario con cui SARS-CoV2, SARS-CoV, e MERS-CoV e anche COVID 19 entrano nelle cellule infettate è l’enzima convertitore 2 dell’angiotensina (ACE2)[i].

Il gene che mostra il legame di co-espressione statisticamente più significativo con ACE2 è quello che codifica l’enzima Dopa Decarbossilasi (DDC). Il legame di co-espressione indica il grado di mutua correlazione di due geni, vale a dire il modo e il livello con cui l’attività di un gene influenza l’attività di un altro gene. La DDC è un enzima cruciale che partecipa alla sintesi di dopamina e serotonina catalizzando rispettivamente la conversione di L-3,4-diidrossifenilalanina (L-DOPA) in dopamina e di L-5-idrossitriptofano in serotonina.

Come è noto dopamina e serotonina sono due neurotrasmettitori cruciali nei processi emotivi e motivazionali. La dopamina è il mediatore centrale del sistema cerebrale della ricompensa, la struttura funzionale che media l’esperienza del piacere, che fissa la memoria del piacere e modula così l’apprendimento strumentale e la motivazione ad agire in vista della soddisfazione dei bisogni biologici primari e di quelli appresi. Ho descritto in dettaglio le funzioni della dopamina nel sistema della ricompensa in un precedente articolo su Psicoattivo.

La compromissione o la riduzione delle funzioni della dopamina e del sistema della ricompensa, la cosiddetta Sindrome da deficit della ricompensa (Blum et al., 2020[ii]; Li et al., 2004[iii]), può portare a un abbassamento della capacità di provare piacere (anedonia), all’apatia e anche ad altri sintomi depressivi. Per un approfondimento sull’anedonia si può vedere questo articolo.

Anche lo stress cronico, il distanziamento sociale, la riduzione dell’attività fisica, la diminuzione delle novità di ambienti e stimoli possono portare a una sottoregolazione delle funzioni della dopamina e quindi alla sindrome da deficit della ricompensa. È evidente che questi fattori sono ampiamente rappresentati nella pandemia di COVID-19 e associati ai provvedimenti contro la diffusione dell’infezione.  

 

Dopamina, sistema della ricompensa e dipendenza come automedicazione

Una evidenza ormai acclarata da numerosissime ricerche sperimentali è che la riduzione delle funzioni del sistema della ricompensa e della dopamina può favorire l’uso di sostanze psicoattive e la dipendenza. Gran parte delle sostanze psicoattive legali e illegali ha infatti la capacità di stimolare l’attività della dopamina e del sistema della ricompensa. Da questo punto di vista, come postulato dalla teoria dell’automedicazione, l’uso di sostanze psicoattive potrebbe rappresentare un patogeno tentativo di compensare la sindrome da deficit della ricompensa, di ripristinare livelli di funzionamento dopaminergico in grado di garantire al soggetto una residua quota di piacere e di attenuare le emozioni negative associate all’anedonia. Per un approfondimento sulla teoria delle dipendenze come automedicazione si veda questo post.

Inoltre, mantenere un certo grado di “omeostasi dopaminergica” è cruciale perché una ridotta funzione della dopamina porta all’attenuazione dell’attività del sistema immunitario negli esseri umani, (Arreola et al., 2016[iv]) probabilmente attraverso la mediazione delle endorfine (Cabot et al., 2001[v]). Chiaramente una ridotta funzionalità immunitaria rende più vulnerabili alle infezioni virali e batteriche e aumenta il rischio di sviluppare patologie oncologiche: tumori, cancro.

 

COVID-19 e  provvedimenti antipandemia: un corto circuito epigenetico per i disturbi mentali e le dipendenze

La diffusione del contagio da COVID-19 continua ad aumentare in tutto il mondo e sembra ormai imminente l’ennesima ondata di infezioni causata dalle varianti del virus. Questa perdurante situazione mantiene e alimenterà la cascata di disturbanti effetti epigenetici dovuta alla distruttiva combinazione sul sistema della dopamina dell’azione del virus e delle conseguenze psicosociali della pandemia e dei provvedimenti finalizzati al suo contenimento. I soggetti più vulnerabili potranno sviluppare disturbi mentali più o meno gravi. Tra questi troviamo le persone che già usano problematicamente sostanze psicoattive legali, come alcol e tabacco, o droghe (Clay & Parker, 2020[vi]). In questo caso il rapporto con le sostanze potrebbe aggravarsi e la dipendenza diventare più distruttiva. Allo stesso tempo questa tempesta epigenetica perfetta mina le possibilità di recupero e guarigione di chi è in trattamento per una dipendenza. Un elemento cruciale per la riabilitazione è il beneficio dei rapporti interpersonali, il lavoro di persona nei gruppi, con i terapeuti, l’auto-aiuto con i propri pari (Blum et al., 2015[vii]).

La socializzazione, la condivisione, sono fondamentali anche nei percorsi tradizionali di tipo biomedico. I pazienti in trattamento possono non trovare i benefici della terapia se manca il “triangolo psico-sociale-spirituale”, la vicinanza delle voci e degli sguardi, l’incontro in gruppi, la mano tesa e l’abbraccio, una serie di ingredienti umani che purtroppo non possono passare e agire nelle riunioni online.

Non si intende con questo discutere le misure di prevenzione, certamente necessario a contrastare la diffusione della pandemia e la mortalità da COVD-19. Tuttavia per certi individui più vulnerabili, come i soggetti con sindromi legate al cattivo funzionamento del sistema della ricompensa, occorrerebbe fare uno sforzo ulteriore di comprensione sistemica della loro condizione e trovare condizioni alternative. La salute di un individuo, oggi e domani, non sta soltanto nell’assenza di disfunzioni organiche o di infezioni, ma risiede nella possibilità di godere della sua individualità e delle sue potenzialità di agire, di pensare e costruire il suo futuro, di perseguire e provare il piacere, la personale gratificazione.

Come suggeriscono Blum e collaboratori[viii], a questo proposito, sulle persone a rischio e con evidenti sintomi correlabili a deficit della ricompensa, si potrebbe considerare l’applicazione di un approccio che includa agenti farmacologici e attività che promuovono stati pro-dopaminergici, anche in deroga ai provvedimenti per contenere la pandemia, tra cui la piena socializzazione, il contatto con la natura e l’esercizio fisico in gruppo.

 

Stefano Canali

 

Riferimenti bibliografici

[i] Zhou, P., Yang, XL., Wang, XG. et al. A pneumonia outbreak associated with a new coronavirus of probable bat origin. Nature 579, 270–273 (2020). https://doi.org/10.1038/s41586-020-2012-7

[ii] Blum, K. , Baron, D. , Lott, L. , Ponce, J. V. , Siwicki, D. , Boyett, B. , Steinberg, B. , Modestino, E. J. , Fried, L. , Hauser, M. , Simpatico, T. , Downs, B. W. , McLaughlin, T. , Hajela, R. , & Badgaiyan, R. D. (2020). In search of reward deficiency syndrome (RDS)-free controls: The “holy grail” in genetic addiction risk testing. Current Psychopharmacology , 9 (1), 7–21. https://doi.org/10.2174/2211556008666191111103152

[iii] Li, J. , Guo, Y. , Schroeder, F. A. , Youngs, R. M. , Schmidt, T. W. , Ferris, C. , Konradi, C. , & Akbarian, S. (2004). Dopamine D2-like antagonists induce chromatin remodeling in striatal neurons through cyclic AMP-protein kinase A and NMDA receptor signaling. Journal of Neurochemistry , 90 (5), 1117–1131. https://doi.org/10.1111/j.1471-4159.2004.02569.x

[iv] Arreola, R. , Alvarez-Herrera, S. , Pérez-Sánchez, G. , Becerril-Villanueva, E. , Cruz-Fuentes, C. , Flores-Gutierrez, E. O. , Garcés-Alvarez, M. E. , de la Cruz-Aguilera, D. L. , Medina-Rivero, E. , Hurtado-Alvarado, G. , Quintero-Fabián, S. , & Pavón, L. (2016). Immunomodulatory effects mediated by dopamine. Journal of Immunology Research , 2016 , 3160486. https://doi.org/10.1155/2016/3160486

[v] Cabot, P. J. , Carter, L. , Schäfer, M. , & Stein, C. (2001). Methionine-enkephalin-and dynorphin A-release from immune cells and control of inflammatory pain. Pain, 93 (3), 207–212. https://doi.org/10.1016/s0304-3959(01)00322-0

[vi] Clay, J. M. , & Parker, M. O. (2020). Alcohol use and misuse during the COVID-19 pandemic: A potential public health crisis?. The Lancet. Public Health , 5 (5), e259. https://doi.org/10.1016/S2468-2667(20)30088-8

[vii] Blum, K. , Thompson, B. , Demotrovics, Z. , Femino, J. , Giordano, J. , Oscar-Berman, M. , Teitelbaum, S. , Smith, D. E. , Roy, A. K. , Agan, G. , Fratantonio, J. , Badgaiyan, R. D. , & Gold, M. S. (2015). The Molecular neurobiology of twelve steps program & fellowship: Connecting the dots for recovery. J Reward Defic Syndr, 1 (1), 46–64. https://doi.org/10.17756/jrds.2015-008

[viii] Blum K, Cadet JL, Baron D, Badgaiyan RD, Brewer R, Modestino EJ, Gold MS. Putative COVID- 19 Induction of Reward Deficiency Syndrome (RDS) and Associated Behavioral Addictions with Potential Concomitant Dopamine Depletion: Is COVID-19 Social Distancing a Double Edged Sword? Subst Use Misuse. 2020;55(14):2438-2442. doi: 10.1080/10826084.2020.1817086.

 

User Avatar

Stefano Canali

Read Previous

Regolazione delle emozioni e uso di sostanze psicoattive

Read Next

Le droghe e il marchio della colpa. Stigma e autostigma nelle dipendenze

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *