Regolazione delle emozioni e uso di sostanze psicoattive

Undisciplined squads of emotion

Thomas Stearn Eliot, East Coker, Four Quartets

 

Perle Fine, Undisciplined emotion-i, 1959

Il legame tra emozioni, regolazione delle emozioni e consumo di sostanze psicoattive, alcol, tabacco o droghe, è indagato e noto da tempo (ad esempio, Aldao, Nolen-Hoeksema, & Schweizer, 2010; Axelrod, Perepletchikova, Holtzman, & Sinha, 2011; Cooper, Frone, Russell, & Mudar, 1995). Lo stesso vale anche per l’uso di sostanze come strumento, sebbene potenzialmente patogeno, per l’automodulazione, “l’automedicazione” delle emozioni negative (Khantzian, 1997).

Un modello teorico autorevole di regolazione delle emozioni è quello di processo, formulato da Gross (2002; 2014). Secondo questo modello la regolazione delle emozioni si riferirebbe ai processi attraverso i quali gli individui influenzano le emozioni vivono, quando le vivono, e come sperimentano ed esprimono queste emozioni. Il modello di processo non giudica le strategie di regolazione delle emozioni come “buone” o “cattive”, poiché esse possono essere considerate adattive o disadattive, a seconda del contesto e del risultato cui portano.

La ricerca però sembra suggerire che esistono strategie di regolazione emotiva tipicamente adattive e altre tendenzialmente disadattive. Tra le prime troviamo soprattutto la strategia della rivalutazione.

 

Rivalutazione cognitiva delle emozioni

La rivalutazione è una strategia di regolazione flessibile basata sul controllo cognitivo in grado di ristrutturare il quadro degli stimoli o delle situazioni nell’ambiente interno o esterno in vista del cambiamento del loro significato e della loro valenza emotiva.

Una strategia di rivalutazione è, ad esempio, quella di riconsiderare l’effetto di una certa situazione emotiva, al di là dell’immediatezza, in un arco temporale più grande, oppure valutarne l’impatto confrontando situazioni simili o più complesse emotivamente vissute da altri, oppure ancora esplorando prospettive alternative per dare senso a ciò che stiamo pensando o a quello che sta accadendo.  Attraverso la rivalutazione cognitiva di una situazione emotivamente rilevante è possibile modificare il significato affettivo dell’evento stesso e quindi il suo impatto, il livello di stress che porta e la forza dell’impulso a reagire, che quell’evento tende a determinare nell’immediato.

 

Soppressione delle emozioni

Tra le strategie di regolazione emotiva tendenzialmente disadattive troviamo invece la soppressione.  Con la soppressione vengono attivamente inibiti pensieri e processi mentali associati alle emozioni e al fine di attenuare le risposte emotive. La soppressione delle emozioni tuttavia richiede un costante impiego e quindi consumo di risorse attenzionali e inibitorie, che possono quindi risultare assenti o scariche nel momento in cui servirebbe esercitare il controllo su aspetti indesiderati del comportamento. La soppressione tende inoltre a innescare un circolo vizioso in cui proprio il controllo dell’emozione negativa porta alla rilevazione di questa e quindi alla sua riattivazione.

 

Rivalutazione cognitiva vs soppressione delle emozioni

Le ricerche sperimentali indicano che la rivalutazione cognitiva porta a un aumento dei vissuti e dei comportamenti emotivi positivi e a una diminuzione di quelli negativi. Al contrario, la soppressione sembra non diminuire le emozioni negative e sembra anche portare a una minor numero di vissuti e comportamenti emotivi positivi (Gross & John, 2003). La rivalutazione è associata a molteplici risultati adattivi, tra cui migliori prestazioni nei test tra gli studenti universitari (Jamieson, Mendes, Blackstock, & Schmader, 2010), e la presenza minore di stati d’ansia e depressivi (Aldao et al., 2010). La soppressione al contrario sembra collegata alla psicopatia (ad esempio, ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, schizofrenia; Aldao & Nolen-Hoeksema, 2010; Joorman & Gotlib, 2010; Kimhy et al., 2012) e una minore autostima (Nezlek & Kuppens, 2008).

 

Regolazione delle emozioni e consumo di sostanze psicoattive

La regolazione delle emozioni correla anche con l’uso di sostanze. Il consumo di droghe e sostanze psicoattive legali è anche legato ai tentativi di modulare le emozioni negative. Capacità e strategie di regolazione emotiva inefficienti accrescono il rischio di sviluppare un consumo problematico di sostanze o la dipendenza. Mentre in chi ha già un uso problematico queste favoriscono le ricadute. La ricerca ha trovato che la soppressione influenza negativamente i risultati del trattamento, vanificando gli sforzi per mantenere l’astinenza (ad es, Toll, Sobell, Wagner, & Sobell, 2001). Altri studi invece hanno indicato che spesso i tentativi di sopprimere gli stimoli al consumo di una sostanza possono portare all’aumento del consumo di un’altra, più comunemente ciò accade nel rapporto tra consumo di tabacco e di alcol (Palfai, Colby, Monti, & Rohsenhow, 1997).

Al contrario, la ricerca suggerisce che la terapia cognitivo comportamentale è efficace per i disturbi da uso di sostanze (Magill & Ray, 2009; vedi McHugh, Hearon, & Otto, 2010). E uno degli ingredienti attivi di questa forma di intervento è la ristrutturazione cognitiva, che comporta tra gli altri la rivalutazione degli stimoli e dei pensieri che possono innescare emozioni negative, stress e quindi il desiderio della sostanza come forma di automedicazione. Così, in linea con il modello di processo di regolazione delle emozioni, la letteratura indica l’uso della rivalutazione associata a risultati adattivi legati alla sostanza (ad esempio, il successo del trattamento), mentre la soppressione è collegata a risultati disadattivi legati alle sostanze (ad esempio, aumento degli stimoli all’uso, interferenze nel trattamento).

 

Strategie comportamentali protettive legate alle sostanze

Un altro aspetto importante di questo filone di ricerche è la dimostrazione della correlazione tra uso della rivalutazione cognitiva nella regolazione delle emozioni e adozione e attuazione di comportamenti protettivi legati alle sostanze. Con questa espressione si indicano i comportamenti che gli individui adottano per moderare il consumo di sostanze e/o per ridurre le conseguenze negative associate all’uso di sostanze. Ad esempio per l’uso di alcol: interrompere/limitare il bere mettendo più ghiaccio nel bicchiere o stabilendo orari prima dei quali non si beve; modificando le modalità del bere (per esempio, evitare i giochi in cui al centro viene posto il bere), ridurre i rischi del danno grave (per esempio, designare una persona che resterà sobria come conducente per il ritorno a casa la notte).

Gli studi, tra cui uno recente apparso su Addictive Behaviors (Blanchard et al., 2019), indicano che la capacità di usare strategie di rivalutazione cognitiva delle emozioni sono associate a un più diffuso ed efficace utilizzo di comportamenti protettivi legati alle sostanze.

Queste diverse e articolate correlazioni sono molto interessanti in ambito clinico e preventivo e suggeriscono fortemente di sviluppare approcci di intervento tesi a sviluppare la capacità di regolare le emozioni per prevenire l’uso problematico di alcol, fumo e droghe tra i giovani e favorire il recupero nei soggetti in trattamento.

 

La defusione dalle emozioni

Esistono aspetti più sottili e particolari tra le strategie di regolazione emotiva tra queste ricorderei la defusione, il distanziamento dalle emozioni e dai pensieri legati agli stati emotivi. Sembra impossibile accedere a questo processo ma è possibile addestrarsi per sviluppare questa capacità, ad esempio con la pratica mindfulness e di altri training cognitivi come il lavoro di potenziamento del lessico emotivo.

Esercitandosi all’osservazione attenta e consapevole di tutto ciò che si affaccia alla coscienza, alla sua transitorietà, al fatto che appunto è possibile fare un passo indietro e staccarsi dall’emozione per contemplarla nelle sue dinamiche psichiche e somatiche, si favorisce la defusione dai fenomeni e dagli oggetti della mente e quindi anche la non reattività rispetto ad esempio a impulsi emotivi verso reazioni inappropriate, rischiose. Un conto è essere arrabbiato, preda della rabbia, pervaso dalla rabbia, un altro conto è osservare consapevolmente in sé l’insorgere degli stati mentali e fisici che caratterizzano la rabbia. Questa ultima modalità di entrare in rapporto con una emozione rende possibile non identificarsi con la rabbia, guadagnare uno spazio mentale per osservare, comprendere, decidere se agire (nel caso anche come) e non reagire in modo riflesso, impulsivo.

Favorisce il distanziamento dalle emozioni anche un aumento della granularità e della risoluzione delle lessico emotivo, del personale dizionario con cui si etichetta e si oggettiva il continuum costantemente cangiante dei vissuti emotivi. Anche questa competenza è addestrabile.

Nel mio ultimo libro “Regolare le emozioni. Teorie e tecniche per lo sviluppo e il potenziamento dell’autocontrollo” descrivo il razionale scientifico e i training cognitivi e comportamentali per migliorare la regolazione delle emozioni e l’autocontrollo e così anche ridurre la vulnerabilità per l’uso problematico delle sostanze, per le dipendenze e le ricadute.

Stefano Canali

 

Riferimenti bibliografici

Aldao, A., Nolen-Hoeksema, S., & Schweizer, S. (2010). Emotion-regulation strategies across psychopathology: A meta-analytic review. Clinical Psychology Review, 30(2), 217-237.

Aldao, A., & Nolen-Hoeksema, S. (2010). Specificity of cognitive emotion regulation strategies: A transdiagnostic examination. Behaviour Research and Therapy, 48(10), 974-983.

Axelrod, S. R., Perepletchikova, F., Holtzman, K., & Sinha, R. (2011). Emotion regulation and substance use frequency in women with substance dependence and borderline personality disorder receiving dialectical behavior therapy. The American Journal of Drug and Alcohol Abuse, 37(1), 37-42.

Blanchard, B. E., Stevens, A., Cann, A. T., & Littlefield, A. K. (2019). Regulate yourself: Emotion regulation and protective behavioral strategies in substance use behaviors. Addictive Behaviors, 92, 95–101.

Cooper, M. L., Frone, M. R., Russell, M., & Mudar, P. (1995). Drinking to regulate positive and negative emotions: A motivational model of alcohol use. Journal of Personality and Social Psychology, 69(5), 990-1005.

Khantzian, E. J. (1997). The self-medication hypothesis of substance use disorders: a reconsideration and recent applications. Harvard Review of Psychiatry, 4(5), 231-244.

Gross, J. J. (2002). Emotion regulation: Affective, cognitive, and social consequences. Psychophysiology, 39(3), 281-291. Gross, J. J. (Ed.). (2014). Handbook of emotion regulation (2nd ed). New York, NY: Guilford Publications.

Gross, J. J., & John, O. P. (2003). Individual differences in two emotion regulation processes: Implications for affect, relationships, and well-being. Journal of Personality and Social Psychology, 85, 348-362.

Jamieson, J. P., Mendes, W. B., Blackstock, E., & Schmader, T. (2010). Turning the knots in your stomach into bows: Reappraising arousal improves performance on the GRE. Journal of Experimental Social Psychology, 46(1), 208-212.

Joormann, J., & Gotlib, I. H. (2010). Emotion regulation in depression: relation to cognitive inhibition. Cognition and Emotion, 24(2), 281-298.

Kimhy, D., Vakhrusheva, J., Jobson-Ahmed, L., Tarrier, N., Malaspina, D., & Gross, J. J. (2012). Emotion awareness and regulation in individuals with schizophrenia: implications for social functioning. Psychiatry Research, 200(2-3), 193-201.

Magill, M., & Ray, L. A. (2009). Cognitive-behavioral treatment with adult alcohol and illicit drug users: a meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Studies on Alcohol and Drugs, 70(4), 516-527. McHugh, R. K., Hearon, B. A., & Otto, M. W. (2010). Cognitive behavioral therapy for substance use disorders. Psychiatric Clinics, 33(3), 511-525.

Nezlek, J. B., & Kuppens, P. (2008). Regulating positive and negative emotions in daily life. Journal of Personality, 76(3), 561-580.

Palfai, T. P., Monti, P. M., Colby, S. M., & Rohsenow, D. J. (1997). Effects of suppressing the urge to drink on the accessibility of alcohol outcome expectancies. Behaviour Research and Therapy, 35(1), 59-65.

Toll, B. A., Sobell, M. B., Wagner, E. F., & Sobell, L. C. (2001). The relationship between thought suppression and smoking cessation. Addictive Behaviors, 26, 509−515.

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