Il tramadolo nella terapia del dolore è a rischio di dipendenza

Uno studio retrospettivo appena pubblica dal British Medical Journal su circa 360.000 pazienti con terapia antidolorifica post operatoria indica che rispetto ad altri antidolorifici oppioidi il tramadolo ha un più elevato rischio di uso prolungato nei mesi successivi.

Egon Schiele, Autoritratto, 1912

Il tramadolo è un farmaco oppiode, cioè della stessa classe della morfina, usato per il trattamento di dolore acuto e cronico ed è l’unico di questa classe di medicinali a non essere soggetto alle più rigide modalità di prescrizione previste per gli altri antidolorifici oppioidi come la codeina, la morfina, l’ossicodone, l’idromorfine, il fentanile.

Viene venduto con diversi nomi commerciali tra cui: Contramal, Fortradol, Prontalgin, Tradonal, Tralodie, Adamon, Fraxidol.

 

Meccanismi d’azione del tramadolo

Il tramadolo è un agonista dei recettori per gli oppiodi, vale a dire che potenzia l’attività del sistema cerebrale delle endorfine che media, tra gli altri, le normali attività analgesiche del cervello. È nota anche la sua azione di inibizione delle ricattura della serotonina e della noradrenalina: riduce cioè il riassorbimento di questi neurotrasmettitori da parte dei neuroni che li hanno liberati. In questo modo serotonina e noradrenalina restano disponibili negli spazi intercellulari e continuano a esercitare la loro azione sui sistemi cerebrali che usano questi neurotrasmettitori, tra cui sono presenti strutture implicate nei processi emotivi e motivazionali. Questo particolare effetto del tramadolo richiama quello di alcuni antidepressivi come la venlafaxina.

 

Raccomandazioni per l’uso

Ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali e la sua azione dipende dalla specificità della risposta alle diverse sostanze propria di ogni singola persona, nonché alla eventuale presenza di altre terapie farmacologiche. Così anche il tramadolo presenta i suoi vantaggi ma anche le sue potenziali controindicazioni. Tuttavia, l’evidenziazione dei rischi di uso prolungato di tramadolo nei soggetti sottoposti a terapia del dolore post operatorio dovrebbe suggerire la riconsiderazione della maggiore sicurezza che generalmente viene riconosciuta a questo farmaco rispetto ad altri antidolorifici oppioidi e ispirare una maggiore cautela nella prescrizione e nell’uso. D’altra parte, come indicato da molti studi internazionali e dai Report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tramadolo continua a restare anche una sostanza d’abuso, consumata al di fuori di specifiche finalità terapeutiche e per questo anche associata a gravi conseguenze mediche: evidenze che secondo l’OMS dovrebbero suggerire un più rigido controllo nazionale e internazionale.

Stefano Canali

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One Comment

  • leggo solo oggi questo post sul tramadolo e i suoi meccanismi di azione.
    ho seguito un paziente (infermiere prof.) con dipendenza acuta da tramadolo (nessuna altra sostanza psicotropa usata)
    si è suicidato un mese fa (aprile 2022).

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