Il tempo nelle dipendenze

Il tempo è una delle dimensioni personali più deformate dalle dipendenze, siano esse comportamentali o correlate all’abuso di sostanze psicoattive. Nei soggetti dipendenti il tempo risulta alterato sia per quanto riguarda la percezione soggettiva del suo trascorrere, sia per le difficoltà che questi individui incontrano nell’organizzazione materiale delle loro giornate e nelle scelte che compiono.  

Il tempo e l’Io

Le scienze cognitive indicano che la percezione del tempo, la sua forma e organizzazione fanno da impalcatura, trama e matrice al nostro Io. Il tempo soggettivo e personale costituisce così la dimensione attraverso cui diventa storia, e quindi soggetto, l’infinita e informe nube di accidentali e slegate contingenze materiali e psichiche in cui si muove il nostro corpo e il flusso delle nostre percezioni, degli oggetti mentali coscienti e di quelli di cui non siamo consapevoli. Allo stesso modo, il tempo soggettivo e personale è l’estensione psicologica dentro cui può realizzarsi l’esercizio dell’autocontrollo. È il filo che libera i residui gradi di libertà incuneati nella catena di cause ed effetti in cui è ingranata la nostra storia. Lasciare che questi vitali ritagli di autocontrollo finiscano nelle grinfie impietose della compulsione significa non solo cedere la propria autonomia, ma anche lasciare che la sostanza o il comportamento da cui si dipende tessano l’ordito stesso del nostro Io, disegnino la nostra identità secondo la loro algebra spietata e incongrua.

Le scelte e lo sconto temporale

Lo “sconto temporale”, cioè la svalutazione eccessiva delle ricompense future rispetto a quelle prossime sembra essere un tratto trans-nosografico e un elemento comune a diversi disturbi del comportamento caratterizzati da impulsività (Madden e Bickel, 2009[i]), come l’abuso di sostanze psicoattive e le dipendenze (Ardila et al, 1991[ii]; Simon et al, 2002[iii]).

In generale, nei processi decisionali, la svalutazione del futuro è una disposizione connaturata in tutti gli animali e nell’uomo. Tutti tendiamo – o almeno ne sentiamo la spinta – a consumare impulsivamente una ricompensa immediata. Ad esempio, potremmo essere attratti dal consumo di una fetta di torta ipercalorica rispetto a una più salutare macedonia semplicemente perché il piacere immediato che potremmo ricevere dal dolce, nella nostra testa, risulta più ‘potente’ del valore che riconosciamo al nostro restare in forma e in salute (obiettivo che percepiamo come sì importante, ma futuro e lontano).

Ogni individuo è continuamente chiamato a fare scelte intertemporali di questo tipo. Acquistare una nuova casa, mettersi a dieta, risparmiare in vista della pensione: sono tutte situazioni della comune esperienza che coinvolgono la percezione del tempo e il valore che assegniamo a costi e benefici presenti e futuri. Si pensi al risparmio di un lavoratore: alla fine del mese, quando riceve lo stipendio, egli dovrà confrontare il beneficio immediato derivante dallo spendere 100 euro per una cena al ristorante con il vantaggio futuro proveniente dal depositarli in banca.

L’ipersensibilità verso le ricompense immediate e la miopia per il futuro (Bechara et al. 2002[iv]) rappresentano probabilmente tratti adattativi che, in ambiente ancestrale, hanno favorito i nostri antenati più impulsivi, poiché erano quelli che riuscivano a procacciarsi e a consumare immediatamente le scarse risorse presenti sul territorio, come il cibo o le ricompense sessuali. Nell’ambiente contemporaneo, estremamente ricco di potenziali ricompense, tuttavia, questo tratto è diventato inutile se non addirittura controproducente. In alcuni individui questa impulsività si manifesta in modo eccessivo e può determinare una propensione a comportamenti a rischio o all’espressione sregolata di comportamenti appetitivi e associati al cibo, alla sessualità, alle sostanze psicoattive.

Con le droghe, in particolare, la ricerca della ricompensa immediata tende a combinarsi alla svalutazione dei costi reali, proprio perché questi si manifesteranno soprattutto nel futuro. Le conseguenze dannose appaiono ridotte per l’effetto prospettico della distanza temporale e conseguentemente hanno un impatto emotivo e decisionale ridotto.

A livello procedurale, le cosiddette anomalie della scelta intertemporale (discusse, ad esempio, in Thaler, 1981[v]; Loewenstein & Prelec, 1992[vi]) nascono dal modo in cui alternative disponibili in diversi periodi sono confrontate tra loro, e dal cambiamento dei criteri di confronto nel tempo.

Il modello di sconto iperbolico

Vediamo cosa significa attraverso il semplice esempio riportato da Thaler (1981, 128):

  1. Scegli tra:

(A.1) Una mela oggi

(A.2) Due mele domani

  1. Scegli tra:

(B.1) Una mela tra un anno

(B.2) Due mele tra un anno e un giorno

Secondo la teoria economica neoclassica, se per A viene scelta l’opzione (A.1), in B dovrebbe essere fatta la scelta (B.1). I risultati sperimentali, tuttavia, danno esiti diversi. La maggioranza dei soggetti è tentata di scegliere (A.1) e (B.2) insieme, dimostrando così una distorsione che la porta a dare un peso maggiore al presente e al futuro più remoto rispetto a quello prossimo; questo effetto è stato indicato in modi diversi in letteratura, come “present-towards-bias” (O’Donoghue & Rabin, 1999[vii]) o “common difference effect” (Loewenstein & Prelec, 1992, 575). Ricompense alternative disponibili in periodi di tempo vicini alla scelta, quindi, verrebbero scontate maggiormente rispetto ad altre più lontane nel tempo. L’impazienza dei soggetti è inversamente proporzionale alla distanza temporale percepita: per scelte vicine nel tempo vince la ricompensa immediata, ma per i benefici futuri, che presuppongono comunque un’attesa, gli individui sembrano comportarsi in maniera più razionale e utilitaristica.

Tuttavia, può capitare che un soggetto che ha fatto in passato la scelta (B.2), in un periodo vicino allo scadere di un anno esatto, per esempio 364 giorni dopo, la riconsideri, cambiandola in (B.1). Si ha, in questo caso, un ribaltamento della preferenza che fa venir meno la persistenza nella scelta all’avvicinarsi nel tempo dell’opzione inizialmente scartata. È il modello dello sconto iperbolico (Ainslie 2005, 637[viii]).

 

 

 

 

 

 

 

Memoria di lavoro e sconto temporale

L’eccessivo sconto temporale, la miopia per il futuro sono stati anche associati sia alla valutazione del passato che alla memoria degli eventi passati. In particolare, le ricerche si sono concentrate sulla memoria di lavoro (working memory). Questa è una componente fondamentale delle funzioni esecutive, al centro dei processi decisionali e del monitoraggio del comportamento, grazie alla quale le azioni finalizzate a conseguire un obiettivo particolare vengono sostenute ed eventualmente rimodulate rispetto a stimoli distraenti e interferenze ambientali (Diamond, 2013[ix]).

Alcuni studi, soprattutto su soggetti con dipendenza, hanno rilevato un’associazione tra disfunzioni della memoria di lavoro e miopia per il futuro. Ciò ha suggerito la possibilità di usare varie forme di training di questa funzione cognitiva per migliorare la capacità di valutare le ricompense future, diminuire lo sconto temporale e così l’impulsività (Bickel et al., 2011[x]).

Il training della memoria di lavoro effettuato con esercizi di richiamo di sequenze di lettere e numeri, o con esercizi di memoria verbale e categorizzazione sembra essere in grado di migliorare questa funzione e di diminuire lo sconto temporale.

 I dati ottenuti dagli studi suggeriscono la possibilità di usare questi esercizi come ausilio nella riabilitazione neurocognitiva di alcuni aspetti delle funzioni esecutive nei soggetti dipendenti ed alcuni studi stanno già valutando questa interessante ipotesi (Wesley et al. 2014[xi]; Bickel et al. 2014[xii]).

 

[i] Madden GJ, Bickel WK. Impulsivity: The behavioral and neurological science of discounting. Washington, D.C.: American Psychological Association; 2009

[ii] Ardila A, Rosselli M, Strumwasser S Neuropsychological deficits in chronic cocaine abusers. Int J Neurosci. 1991 Mar; 57(1-2):73-9

[iii] Simon SL, Domier CP, Sim T, Richardson K, Rawson RA, Ling W Cognitive performance of current methamphetamine and cocaine abusers. J Addict Dis. 2002; 21(1):61-74

[iv] Bechara A, Dolan S, Hindes A. Decision-making and addiction (part II): myopia for the future or hypersensitivity to reward? Neuropsychologia. 2002;40(10):1690-705

[v] Thaler R. (1981), Some empirical evidence on dynamic inconsistency, in «Economics Letters», 8, 3, pp. 201-207

[vi] Loewenstein G. e Prelec D. (1992), Anomalies in intertemporal choice—Evidence and an interpretation,

in «Quarterly Journal of Economics», 107, 2, pp. 573-597

[vii] O’Donoghue T. e Rabin M. (1999), Doing It Now or Later, in «The American Economic Review», 89, 1, pp.

103-124

[viii] Ainslie G. (2005), Précis of Breakdown of Will, in «Behavioral and Brain Sciences», 28, pp. 635-673

[ix] Diamond A, Executive functions. Annu Rev Psychol, 2013, 64: 135–168

[x] Bickel WK, Yi R, Landes RD, Hill PF, Baxter C. Remember the future: working memory training decreases delay discounting among stimulant addicts. Biol Psychiatry. 2011 Feb 1;69(3):260-5

[xi] Wesley MJ, Bickel WK. Remember the future II: meta-analyses and functional overlap of working memory and delay discounting. Biol Psychiatry. 2014 Mar 15;75(6):435-48

[xii] Bickel WK, Moody L, Quisenberry A. Computerized Working-Memory Training as a Candidate Adjunctive Treatment for Addiction. Alcohol Res. 2014;36(1):123-6

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Stefano Canali

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