Instagram è il social media col più elevato impatto negativo sul benessere psicologico dei giovani?

Il rapporto Status of Mind, curato dalla Royal Society for Public Health (RSPH) e Young Health Movement (YHM), sugli effetti positivi e negativi dei social media sulla salute dei giovani, indica che Instagram e Snapchat sarebbero i più dannosi per il benessere psicologico dei ragazzi, mentre YouTube avrebbe l’impatto più positivo. Ma è possibile immaginare un utilizzo dei social media per migliorare il benessere dei ragazzi? Nel post faremo delle ipotesi anche in accordo alle evidenze dello studio.

Il rapporto Status of Mind è scaricabile a questo link

 

Il rapporto Status of Mind: metodologia della ricerca

L’indagine è stata condotta nel 2017 e i risultati pubblicati quest’anno. Lo studio ha coinvolto 1.500 giovani (di età compresa tra i 14 e i 24 anni) in tutto il Regno Unito. Il sondaggio ha chiesto loro di valutare in che modo ciascuna delle piattaforme di social media utilizzate influisce sugli aspetti comportamentali e psicologici più significativi in relazione alla loro salute e al loro benessere mentale. Questi i 14 aspetti comportamentali individuati:

  1. Consapevolezza e comprensione delle esperienze di salute delle altre persone;
  2. Accesso a informazioni sanitarie di esperti di cui sai di poterti fidare;
  3. Supporto emotivo (empatia e compassione da familiari e amici);
  4. Ansia (sentimenti di preoccupazione, nervosismo o disagio);
  5. Depressione (umore estremamente basso, infelicità);
  6. La solitudine (sensazione di essere soli);
  7. Sonno (qualità e quantità di sonno);
  8. Auto-espressione (l’espressione dei tuoi sentimenti, pensieri o idee);
  9. Identità personale (capacità di definire chi sei);
  10. Immagine corporea (come ti senti guardando il tuo corpo);
  11. Relazioni del mondo reale (mantenimento di relazioni con altre persone);
  12. Senso di appartenenza a una comunità (sentirsi parte di una comunità di persone che la pensano allo stesso modo);
  13. Bullismo (comportamento minaccioso o offensivo nei tuoi confronti);
  14. FoMO (Fear Of Missing Out – paura di essere tagliato fuori – senti che hai bisogno di rimanere connesso perché sei preoccupato che le cose potrebbero accadere senza di te).

 

La classifica dell’impatto (da positivo a negativo) formulata sulla base delle valutazioni che i giovani hanno dato a ciascuna piattaforma

  1. YouTube (più positivo)
  2. Twitter
  3. Facebook
  4. Snapchat
  5. Instagram (più negativo)

 

Potenziale d’abuso dei social: dipendenze e altri disturbi del comportamento

Stephen Antonakos, Installazione senza titolo, 1959

Presso la popolazione giovanile i social media possono avere un potenziale d’abuso e un rischio di dipendenza superiore a quello delle droghe, dell’alcol e del tabacco. A questo proposito si vedano anche i post già pubblicati sulla dipendenza da social media e da smartphone. E l’abuso di queste piattaforme è generalmente associato ad altre forme di disturbi del comportamento, come soprattutto la depressione e l’ansia. Socializzare da dietro uno schermo può anche contribuire all’ulteriore limitazione di contatti umani e sociali di cui spesso soffre chi già vive una condizione psicologica di disagio, rendendo così ancora più arduo il percorso verso la consapevolezza del problema e il suo superamento. Poiché, inoltre, le piattaforme come Instagram e Facebook presentano versioni altamente curate, quando non francamente manipolate, delle persone che conosciamo e del mondo che ci circonda, è facile che la nostra prospettiva della realtà diventi distorta e i nostri comportamenti di conseguenza incongrui e disadattativi.

Per queste ragioni, lo studio “Status of Mind” fornisce dati importanti per la prevenzione dei disturbi psicologici più ricorrenti e il loro trattamento.Tra le molte diverse informazioni spicca l’elevata correlazione tra effetti psicologici negativi e uso di Instagram e Snapchat. Si noti che entrambe le piattaforme sono incentrate sull’immagine e la sua socializzazione, due caratteristiche che possono alimentare sentimenti di inadeguatezza e ansia nei giovani.

La ricerca scientifica sta purtroppo accumulando evidenze sui rischi e i danni derivanti dall’uso eccessivo e sregolato dei social media. Allo stesso tempo tuttavia cresce l’offerta e l’utilizzo delle diverse piattaforme social, abbassandosi al contempo l’età di primo accesso al loro utilizzo, in fasi dell’età evolutiva in cui le capacità di autocontrollo sono ancora largamente immature.

Come suggerisce il report Status of Mind di RSPH, diventa per questo urgente disporre di controlli normativi e presidi digitali o incorporati nelle piattaforme social capace di attenuare il potenziale patogeno legato al loro abuso, o a una franca dipendenza da questi media.

 

Il potenziale preventivo e clinico dell’uso dei social

Le piattaforme di networking hanno peraltro una serie di caratteristiche e aspetti positivi che potrebbero essere sfruttati non solo per facilitare la socializzazione ma anche per fare prevenzione dei disturbi del comportamento oppure aiutare i ragazzi a sviluppare una migliore consapevolezza di avere un problema e favorire così una più precoce ricerca di aiuto professionale, di incontro con la clinica e il trattamento. I social media sono ormai parte della vita quotidiana e quindi la consulenza psicologica e la cura in caso di disturbo del comportamento, potrebbe in parte essere fornita anche direttamente attraverso le piattaforme social, magari combinando online l’azione di un operatore professionale con ciò che potrebbe essere fatto automaticamente attraverso specifici algoritmi.

La piattaforma potrebbe misurare i tempi di utilizzo dei social e segnalare all’utente con un apposito avviso l’eventuale uso eccessivo. Nell’indagine di RSPH, 7 ragazzi su 10 tra i 1500 intervistati sarebbero favorevoli all’introduzione di questa funzione.

La piattaforma social potrebbe inoltre usare di algoritmi in grado di identificare dai loro post gli utenti che potrebbero essere affetti da problemi di salute mentale, e segnalare privatamente l’utilità di ricorrere a un sostegno o a un aiuto – quattro su cinque (80%) tra i giovani intervistati sarebbero favorevoli.

La piattaforma social ancora potrebbe fornire all’utente un report periodico che indichi l’associazione tra qualità dell’umore (come inferibile dalle parole dei post e dei messaggi) e luoghi, orari, situazioni, attività, persone. È ormai teoricamente possibile fare questo tipo di analisi senza dover infrangere la privacy dell’utente, in modo autogestito, e anzi aiutandolo a sviluppare la consapevolezza degli stimoli, dei comportamenti e delle relazioni che contribuiscono in bene e in male alla sua salute psicologica.

Anche gli operatori della salute psicologica potrebbero opportunamente sfruttare le potenzialità delle piattaforme social. I ragazzi a volte si sentono più a loro agio a parlare di problemi personali online e i social sono un’opportunità unica per comunicare con i giovani alle loro condizioni e in modo creativo. I professionisti della salute dovrebbero fare ogni sforzo per comprendere gli strumenti, le forme, le espressioni, i linguaggi della cultura giovanile e sintonizzarsi meglio con i pensieri e sentimenti dei ragazzi, la cui forma è in parte anche espressione dei nuovi strumenti di socializzazione che usano.

Stefano Canali

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One Comment

  • Alcune delle idee suggerite sono in questo momento implementate in ValoryApp, social a vocazione sociale che, pur strutturato similmente a quelli citati, si pone come obiettivo la finalizzazione dei post: condivisione online e offline delle proprie capacità (musica, scrittura, fitografia, sport, ecc), contest con premi (per i maggiorenni) e visibilità presso manifestazioni quotate, ecc.
    In più (per i maggiorenni) la possibilità di chattare con psicologi e psicoterapeuti regolarmente iscritti all’Ordine degli Psicologi (che ovviamente esercitano la loro professione nella vita reale e sono disponibili gratuitamente nelle chat limitatamente ad alcune fasce orarie, per ora).

    Provare per credere!!!

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