Terapie da esposizione alla natura per il trattamento delle dipendenze

Le emozioni negative sono un importante fattore di rischio per il Disturbo da uso di sostanze (DUS) e la dipendenza. E i soggetti con problemi di abuso di alcol, nicotina, sostanze psicoattive, droghe illegali sono costretti a vivere spesso emozioni negative come ansia, depressione, stress, sia nel periodo di uso cronico sia durante il percorso di recupero.

Gerardo Dottori, Umbria Vergine, 1949

Le strategie di trattamento non farmacologiche per il DUS basate sull’evidenza includono, tra le altre, la terapia cognitiva comportamentale, il colloquio motivazionale, i programmi dei gruppi dei 12 passi (sul modello di Alcolisti Anonimi) e il trattamento basato sulla Mindfulness. Un intervento per il DUS che non è stato ancora studiato a fondo è l’esposizione all’ambiente naturale, l’uso della natura come trattamento. Tra le altre popolazioni di pazienti con disturbi del comportamento, l’esposizione alla natura ha dimostrato di ridurre lo stress e l’ansia regolando la funzione del sistema nervoso autonomo, riducendo i sintomi della depressione e migliorando l’umore[i]. I pochi studi sugli effetti dell’esposizione alla natura, dell’ecoterapia, della terapia hanno indicato che questa strategia può migliorare la motivazione al cambiamento e ridurre i sintomi della dipendenza[ii]; abbassare i livelli di intensità dello stress percepito e aumentare le esperienze positive durante il trattamento, fattori importanti per il successo del percorso di recupero[iii].

Questa approccio di intervento si basa sulla teoria della riduzione dello stress, la quale suggerisce che l’esposizione alla natura riduce lo stress attraverso l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, un processo facilitato dalla preferenza innata ed evoluzionistica della specie umana per gli ambienti naturali[iv]. Il miglioramento dell’umore e la riduzione dello stress sono stati riscontrati sia con l’esposizione alla natura reale sia con le immagini della natura (ad esempio, immagini, presentazioni, video e realtà virtuale)[v]. In alcuni studi, gli individui sono esposti a un fattore di stress cognitivo/emozionale e, dopo l’esposizione a immagini reali o a immagini della natura, lo stress si riduce come indicato dalla riduzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna e dalla risposta parasimpatica, che si misura in base alla variabilità della frequenza cardiaca.

 

Immagini e filmati naturalistici riducono le emozioni negative

Uno studio apparso sul Journal of Addiction alcuni giorni fa[vi] ha provato a indagare se anche la sola visione di video naturalistici sia in grado di ridurre lo stress e migliorare l’umore negli individui con DUS. La ricerca ha utilizzato un disegno sperimentale incrociato al fine di confrontare gli effetti emotivi della visione di una scena naturale con la pratica di attività basate sulla Mindfulness su un gruppo di donne con DUS in un centro di trattamento residenziale.

Nell’arco di quattro settimane, le partecipanti si sono impegnate nelle due attività per i primi 10 minuti del loro programma terapeutico giornaliero. Immediatamente prima e dopo ogni sessione di 10 minuti, sono state misurati: 1) la frequenza cardiaca; 2) gli stati emotivi/affettivi, usando la Scala degli affetti positivi e negativi (PANAS); 3) l’umore generale, usando una scala di valutazione di 10 punti, da “molto sgradevole” a “piacevole”. Trentasei donne hanno completato lo studio. Per la visione di una scena naturale e la pratica delle attività basate sulla Mindfulness, ci sono state riduzioni statisticamente significative dei punteggi di emozioni negative medie (p=0,001) e della frequenza cardiaca (p ≤ 0,001). Inoltre, per le partecipanti in entrambe le condizioni, l’umore generale è migliorato significativamente (p=0,030).

I risultati di questo studio forniscono la prova iniziale che anche la visualizzazione della natura ha benefici simili a quelli degli interventi basati sulla Mindfulness nel trattamento dello stress e dell’umore negativo associati ai percorsi di recupero del DUS. Questo suggerisce che la visione di filmati naturalistici possa rappresentare una strumento aggiuntiva ed economicamente vantaggioso nel trattamento del disturbo da uso di sostanze e delle dipendenze.

Stefano Canali

 

Riferimenti bibliografici

[i] Ad esempio: F. Beute and Y. A. W. de Kort, “Natural resistance: exposure to nature and self-regulation, mood, and physiology after ego-depletion,” Journal of Environmental Psychology, vol. 40, pp. 167–178, 2014; D. K. Brown, J. L. Barton, and V. F. Gladwell, “Viewing nature scenes positively affects recovery of autonomic function following acute-mental stress,” Environmental Science & Technology, vol. 47, no. 11, pp. 5562–5569, 2013; V. F. Gladwell, D. K. Brown, J. L. Barton et al., “The effects of views of nature on autonomic control,” European Journal Of Applied Physiology, vol. 112, no. 9, pp. 3379–3386, 2012; A. Kjellgren and H. Buhrkall, “A comparison of the restorative effect of a natural environment with that of a simulated natural environment,” Journal of Environmental Psychology, vol. 30, no. 4, pp. 464–472, 2010.

[ii] J. E. Bettmann, K. C. Russell, and K. J. Parry, “How substance abuse recovery skills, readiness to change and symptom reduction impact change processes in wilderness therapy participants,” Journal of Child and Family Studies, vol. 22, no. 8, pp. 1039–1050, 2013.

[iii] N. J. Harper, A. J. Mott, and P. Obee, “Client perspectives on wilderness therapy as a component of adolescent residential treatment for problematic substance use and mental health issues,” Children and Youth Services Review, vol. 105, p. 104450, 2019; L. Aslan, “A qualitative evaluation of the Phoenix futures recovery through nature program: a therapeutic intervention for substance misuse,” Journal of Groups in Addiction & Recovery, vol. 11, no. 2, pp. 93–108, 2016.

[iv] R. S. Ulrich, R. F. Simons, B. D. Losito, E. Fiorito, M. A. Miles, and M. Zelson, “Stress recovery during exposure to natural and urban environments,” Journal of Environmental Psychology, vol. 11, no. 3, pp. 201–230, 1991.

[v] L. Reynolds, S. Rodiek, M. Lininger, and M. A. McCulley, “Can a virtual nature experience reduce anxiety and agitation in people with dementia?” Journal of Housing For the Elderly, vol. 32, no. 2, pp. 176–193, 2018; D. Valtchanov, K. R. Barton, and C. Ellard, “Restorative effects of virtual nature settings,” Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, vol. 13, no. 5, pp. 503–512, 2010; J. Yin, J. Yuan, N. Arfaei, P. J. Catalano, J. G. Allen, and J. D. Spengler, “Effects of biophilic indoor environment on stress and anxiety recovery: a between-subjects experiment in virtual reality,” Environment International, vol. 136, p. 105427, 2020.

[vi] Reynolds, L., Rogers, O., Benford, A., Ingwaldson, A., Vu, B., Holstege, T., & Alvarado, K. (2020). Virtual Nature as an Intervention for Reducing Stress and Improving Mood in People with Substance Use Disorder. Journal of addiction, 2020, 1892390. https://doi.org/10.1155/2020/1892390.

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