Bere alcol da soli indica la presenza di disturbi psicologici e nei ragazzi è un fattore di rischio per l’alcolismo

La bevuta solitaria, bere alcol da soli è un importante indicatore di disturbi psicologici in corso e se presente nei ragazzi sembra portate al bere problematico, all’alcolismo e, circolarmente, all’aggravarsi dei sintomi di disagio e stress.

Questa associazione è nota da tempo in via empirica ed è indagata sperimentalmente da alcuni decenni. Un recente studio di revisione ha raccolto ed esaminato le ricerche su questo tema per valutare analiticamente i dati sin qui ottenuti[1]. Il numero totale dei soggetti valutati in questo insieme di ricerche e osservati longitudinalmente per misurare gli effetti prodotti nel corso del tempo dalla bevuta solitaria è ormai elevatissimo. Si tratta di un campione di 28.000 persone.

 

Fattori psicologici e di rischio associati al bere solitario nei ragazzi

Questi i fattori più associati alla bevuta solitaria dei ragazzi: 1) aumento del consumo di alcol nel tempo; 2) problemi col controllo del bere nel tempo; 3) umore ed emozioni negativi (frequente presenza di disturbi dell’umore come depressione e ansia); 4) ansia e stress sociale, vale a dire difficoltà nelle relazioni sociali.

Umberto Boccioni, Il bevitore, 1914

Un altro autorevole studio appena pubblicato indica che in generale bere soli dipende dal tentativo di ridurre un disagio psichico, difficoltà sociali, sembra rappresentare cioè un tentativo di fronteggiamento, uno strumento distorto di automedicazione[2]. Purtroppo l’uso di alcol per attenuare la tensione e le emozioni negative, proprio in queste persone più vulnerabili, finisce per dare impulso al bere, aumenta nel tempo la propensione al bere. Per l’azione sul sistema nervoso, a sua volta, l’aumento del consumo di alcol determina la necessità di dosi sempre maggiori, può condurre all’alcolismo e allo stesso tempo compromette ulteriormente proprio quei meccanismi cognitivi e motivazionali che rendono un individuo capace di fronteggiare efficacemente stress, difficoltà e risolvere i problemi emotivi e relazionali che alimentano la ricerca dell’alcol. E in tal modo questa sostanza in cui si era cercato un rifugio e un conforto finisce per diventare concausa e moltiplicatore dei problemi e del disagio personale.

 

Morti e disabilità associate all’uso di alcol

L’ultimo Rapporto sullo stato globale su alcol e salute del 2018 realizzato dall’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS) indica che un totale di 3 milioni di persone muoiono a causa del consumo problematico di alcol ogni anno. Tre milioni di morti correlate all’alcol rappresentano il 5,3% di tutti i decessi ogni anno. Vale a dire che circa una morte su venti nel mondo è in qualche modo causata dall’alcol. Per fare un paragone con le altre sostanze psicoattive, si consideri che l’insieme delle droghe illegali, come cocaina, eroina, ecstasy, amfetamine e così via, causa in modo diretto o indiretto lo 0,45% di tutti i decessi annuali. In questo triste computo di morti, i giovani di età compresa tra 20 e 39 anni sono rappresentati in modo sproporzionato. In questa fascia d’età, il 13,5% di tutti i decessi, quasi una morte ogni sette, per tutte le possibili cause (malattia, traumi, ferite o incidenti, ecc.) è in qualche modo attribuibile all’alcol.

In totale, inoltre, l’alcol è responsabile del 5,1% cento del carico totale di malattia di tutto il pianeta, una percentuale enorme, considerando la straordinaria numerosità e varietà di agenti, stimoli e comportamenti patogeni.

È per questo fondamentale individuare precocemente l’eventuale presenza del bere solitario nei ragazzi e intervenire per risolvere i fattori psicosociali che lo determinano e lavorare per potenziare in questi soggetti le competenze adattative, sociali, le capacità di far fronte alle difficoltà, allo stress e di regolare le emozioni[3]. In questo modo si può liberare i ragazzi da una sofferenza attuale, si cura un problema psicologico e si riduce il rischio di alcolismo nel futuro, con gli eccezionali pericoli di morte e disabilità che sono associati a questa condizione problematica.

Riporto qui una poesia di Dylan Thomas che mi pare evocativa al proposito:

Questo pane che spezzo

Questo pane che spezzo un tempo era frumento,
Questo vino su un albero straniero
Nei suoi frutti era immerso;
L’uomo di giorno o il vento della notte
Getto’ a terra le messi, spezzo’ la gioia dell’uva.

In questo vino, un tempo, il sangue dell’estate
Batteva nella carne che vestiva la vite;
Un tempo, in questo pane,
Il frumento era allegro in mezzo al vento;
L’uomo ha spezzato il sole e ha rovesciato il vento.

Questa carne che spezzi, questo sangue a cui lasci
Devastare le vene, erano un tempo
Frumento ed uva, nati
Da radice e da linfa sensuali.
E’ il mio vino che bevi, e’ il mio pane che addenti.

 

Nell’originale inglese:

This bread I break was once the oat,

This wine upon a foreign tree

Plunged in its fruit;

Man in the day or wine at night

Laid the crops low, broke the grape’s joy.

 

Once in this time wine the summer blood

Knocked in the flesh that decked the vine,

Once in this bread

The oat was merry in the wind;

Man broke the sun, pulled the wind down.

 

This flesh you break, this blood you let

Make desolation in the vein,

Were oat and grape

Born of the sensual root and sap;

My wine you drink, my bread you snap.

 

Stefano Canali

 

Riferimenti Bibliografici

[1] Skrzynski CJ, Creswell KG. Associations between solitary drinking and increased alcohol consumption, alcohol problems, and drinking to cope motives in adolescents and young adults: a systematic review and meta-analysis [published online ahead of print, 2020 Mar 20]. Addiction. 2020;10.1111/add.15055. doi:10.1111/add.15055

[2] Corbin WR, Waddell JT, Ladensack A, Scott C. I drink alone: Mechanisms of risk for alcohol problems in solitary drinkers. Addict Behav. 2020;102:106147. doi:10.1016/j.addbeh.2019.106147

[3] Waddell JT, Corbin WR, Marohnic SD. Putting things in context: Longitudinal relations between drinking contexts, drinking motives, and negative alcohol consequences [published online ahead of print, 2020 Jul 13]. Psychol Addict Behav. 2020;10.1037/adb0000653. doi:10.1037/adb0000653

User Avatar

Stefano Canali

Read Previous

Effetti delle droghe: fattori psicosociali e ambientali

Read Next

Traumi, abusi, stress nell’infanzia e gioco d’azzardo patologico

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *