Il Baclofen è un farmaco efficace per il trattamento dell’alcolismo?

Una metanalisi, realizzata da due ricercatori dell’Università di Liverpool e recentemente pubblicata sulla rivista Addiction, mette in seria discussione l’efficacia di uno dei trattamenti farmacologici più utilizzati nella lotta all’abuso e dipendenza da alcol: il Baclofen.

Utilizzato già dagli anni Settanta come terapia per la spasticità, il Baclofen è stato impiegato più recentemente come trattamento per i disordini legati all’uso e abuso di alcol, grazie alla sua azione GABA-B antagonista. Nel corso degli anni diversi studi hanno enfatizzato l’efficacia di questo trattamento, proponendo addirittura il farmaco come la soluzione per la dipendenza da alcol.

La metanalisi  di 12 studi effettuata da Rose e Jones ribalta completamente tale prospettiva, analizzando l’efficacia del farmaco, paragonata a quella di un placebo, per quanto riguarda:

– la riduzione dell’attitudine al bere, intesa come quantificazione dei giorni in cui si è bevuto o in cui ci si è astenuti, e quantità di alcol consumata;
– il desiderio spasmodico di assunzione;
– lo stato depressivo e di ansietà

L’analisi di tali variabili non ha infatti evidenziato differenze statisticamente significative tra le persone trattate con Baclofen e quelle che assumevano placebo, suggerendo così una maggiore prudenza nella prescrizione di tale farmaco per la cura dei disturbi correlati all’uso di alcol.Maggiori informazioni sono disponibili nell’articolo originale, consultabile a questo link.
 

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admin

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2 Comments

  • Lo studio è stato presentato dal BMJ e altri commentatori in maniera assolutamente impropria e tendente a minimizzare l’utilità del farmaco. Anche il vostro articolo è impreciso e va corretto, perché manca proprio dell’informazione fondamentale.

    Infatti la metanalisi citata, per l’esito primario della terapia e cioé l’astinenza dall’alcol, fornisce Odds Ratio di efficacia del baclofene pari a 2.67 (C.I. 1.03-6.93).
    Tale valore è più o meno doppio rispetto a quello degli altri trattamenti farmacologici più in uso internazionalmente, e cioè acamprosato (OD 1.88, CI 1.57, 2.25) e naltrexone che non raggiunge neppure la significatività statistica in metanalisi (OD 1.26 CI 0.97,1.64) (vedasi http://doi.org/10.1111/j.1360-0443.2004.00763.x ).

    Pertanto il vostro articolo, che omette proprio l’esito primario, va corretto.

    Viceversa risulta vero che la metanalisi citata non trova una differenza significativa sugli altri esiti da voi elencati, che possono essere anche ritenuti esiti secondari rispetto a quello primario, e cioè l’astensione dall’uso di alcolici.

    Aggiungo che il profilo clinico del baclofene va valutato includendo anche studi di coorte e naturalistici, poiché limitarsi agli studi controllati randomizzati esclude tutte le altre modalità di uso esistenti nella pratica clinica. In particolare, per il baclofene (in maniera simile al metadone) sembra essere necessaria un’ampia varietà di dosi e di schemi posologici, per motivi probabilmente di differenze farmacocinetiche da persona a persona, che non vengono incluse nei protocolli rigidi degli studi clinici controllati.

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    • hai ragione Ernesto, avremmo dovuto avere maggiore attenzione nello scrivere il post. Purtroppo era una notizia e ci ha vincolato molto lo spazio del testo che riserviamo a queste comunicazioni più brevi, che ostacolano argomentazioni maggiormente articolate. cari saluti

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