Uno, due, molti. Sostanze psicoattive, tempi e agenti della mente

La nuova idea della dipendenza come disturbo del controllo cognitivo e volontario del comportamento implica temi biomedici, etici ed epistemologici assai intricati. Temi che sarebbe doveroso affrontare in modo critico e analitico per capire meglio la condizione di chi vive questa condizione e così affrontarla più efficacemente in clinica e nella prevenzione. Uno degli elementi che dovrebbero essere più attentamente considerati è quello della sfera della soggettività di chi vive la dipendenza, perché è anche al suo interno che, eventualmente, si realizza o meno il controllo volontario del comportamento. Purtroppo, nella ricerca sulle dipendenze questa sfera resta largamente inesplorata.

critical-mindsIn questa prospettiva si fondono e si scontrano tanti suggestivi – quanto controversi – elementi della più avanzata ricerca nelle scienze cognitive, in neuroetica e negli studi di base sulle dipendenze, ma anche l’aspetto clinico e la dimensione della soggettività. Cose come l’idea di mente estesa, quella dei sé multipli, dello sconto dei valori e dei desideri nel tempo, quello della natura dell’identità dell’io, delle impalcature cognitive che lo tengono insieme, del conflitto tra appetiti-desideri e ragione e così via. Tutte questioni che nel caso del rapporto tra uomo e sostanze e più acutamente nelle dipendenze vengono amplificate.

Tra le altre occasioni, ho provato a parlare di tali questioni nel ciclo di conferenze “Critical Minds” organizzata dal Ser.T Asl 8 Zona Valtiberina e dai comuni di Sansepolcro e Anghiari.
Qui la registrazione integrale dell’intervento.

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Stefano Canali

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