Dipendenza e propensione a formare forti abitudini

https://pixabay.com/en/smoke-black-and-white-smoking-hands-973825/
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Le risposte abituali apprese agli stimoli ambientali, le abitudini, hanno un grande valore adattativo, perché liberano risorse cognitive per compiti più impegnativi o più importanti per il soggetto. Ed è noto che le risorse cognitive attraverso cui facciamo fronte ai processi computazionali con cui codifichiamo/decodifichiamo l’ambiente, controlliamo e riadattiamo costantemente il comportamento, con cui prendiamo decisioni o inibiamo le spinte impulsive e le reazioni emotive, sono limitate e soggette a un elevato consumo[1].

Tuttavia, quando il risultato delle risposte abituali apprese non è più un obiettivo desiderato, l’associazione stimolo-risposta appresa, l’abitudine, deve poter cadere, estinguersi, deve poter essere disimparata. Purtroppo questi tipi di comportamenti appresi sono molto forti: memorie implicite e procedurali fissate nei centri profondi del cervello, come lo striato, che tendono ad avviarsi in modo automatico, inconsapevole, in presenza dei relativi stimoli innesco.

Le dipendenze rappresentano una delle molto forme, certamente tra quelle più problematiche, che possono assumere le risposte abituali apprese. Si potrebbe per molti versi dire che queste condizioni costituiscono il paradigma estremo delle abitudini. E le dipendenze sono peraltro abitudini in cui entra in gioco l’alterazione del sistema della ricompensa, sono risposte abituali imparate come apprendimenti strumentali, in virtù dell’azione di un rinforzo, in questo caso l’azione delle sostanze d’abuso. Tutte le sostanze d’abuso infatti causano un rilascio forzato di dopamina, il neurotrasmettitore che media le funzioni della ricompensa. Per queste ragioni le dipendenze possono essere abitudini ancora più difficili da disimparare delle altre risposte abituali apprese, anche se è vero che gran parte delle nostre abitudini hanno anche a che fare con le ricompense, soprattutto nella fase più o meno lunga in cui vengono apprese e fissate.

Per le persone con disturbi da uso di sostanze la difficoltà a superare o inibire le risposte abituali di stimoli associati con la loro dipendenza rappresenta il determinante centrale dei rischi di ricaduta.

Gli studi su centri profondi delle abitudini dimostrano che l’ auto-somministrazione cronica di sostanze d’abuso, la forma sperimentale di tossicodipendenza, correla con una maggiore capacità di apprendimento di risposte abituali apprese indipendenti dai comportamenti associati alla ricerca della sostanza.

Theresa H. McKim, Daniel J. Bauer, e Charlotte A. Boettiger della University of North Carolina hanno provato a verificare se questa correlazione tra dipendenze e propensione a fissare abitudini esiste anche per gli uomini[2]. Per rispondere a questa domanda, hanno utilizzato un particolare compito visuomotorio di apprendimento e riapprendimento stimolo-risposta che permetteva di misurare il grado di abitualità della risposta. I risultati ottenuti con questo test sembrano suggerire che i soggetti con storia di dipendenza imparano nuove associazioni stimolo risposta allo stesso modo di un gruppo di soggetti di controllo. La dipendenza sembra inoltre essere associata a una tendenza a rispondere meglio, con meno errori e con maggiore velocità, al compito stimolo-risposta. Infine i soggetti con storia di dipendenza presentano un maggior numero di errori quando sottoposti a un compito di riapprendi mento dell’associazione. Quando cioè gli sperimentatori modificavano le associazioni stimolo-risposta, i soggetti con dipendenza tendevano a rispondere secondo quanto imparato con il vecchio compito associativo, tendevano cioè a mantenere la vecchia risposta abituale.

Questo recentissimo studio, quindi, suggerisce di indagare in modo più sistematico di quanto fatto sinora sul possibile legame tra comportamenti d’abuso e fattori di personalità, esperienze o elementi ambientali che predispongono gli individui a sviluppare più facilmente e più fortemente risposte abituali apprese. Comprendere come ridurre la quota di abitudini che apprendiamo anche inconsapevolmente, oppure come renderle meno forti e superarle garantirebbe la possibilità di margini di libertà più ampi per tutti, considerato che in generale ogni abitudine è in qualche modo una forma di dipendenza e talora distruttiva e disturbante come  quelle causate dalle sostanze.

[1] Baumeister RF, Bratslavsky E, Muraven M, Tice DM. Ego depletion: is the active self a limited resource? J Pers Soc Psychol. 1998;74(5):1252-65.

[2] McKim TH, Bauer DJ, Boettiger CA. Addiction History Associates with the Propensity to Form Habits. J Cogn Neurosci. 2016 Mar 11:1-15.

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Stefano Canali

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