Cannabis e dipendenze: l’età conta.

La cannabis è una sostanza illegale -per lo meno per la legislazione Italiana- che viene spesso, in modo piuttosto improrio, considerata come facente parte delle cosiddette droghe leggere. Non bisogna tuttavia dimenticare che, come per tutte le sostanze psicoattive, anche per la cannabis il comportamento di assunzione può sfociare nell’uso problematico e poi in schemi di consumo assimilabili alla dipendenza. 

Quali sono i fattori che influiscono sulla propensione a sviluppare o meno un consumo problematico di cannabis? Secondo un recente studio, realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università di Montreal e pubblicato sulle pagine del Canadian Journal of Psychiatry, un ruolo cruciale è giocato dall’età in cui si inizia ad assumere la sostanza: i ragazzi e le ragazze che hanno iniziato molto presto, intorno agli 11-12 anni, presentano un rischio di sviluppare problemi legati all’abuso e alla dipendenza da cannabis intorno al 68%; il dato si abbassa invece in maniera significativa (44%) negli adolescenti che si sono avvicinati alla sostanza tra i 15 e i 17 anni.  

Per giungere a questo risultato i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre mille ragazzi, appartenenti a famiglie con un basso status socio-economico, che hanno partecipato a uno studio longitudinale: dai 13 ai 17 anni è stato chiesto solo se avessero assunto cannabis nell’anno precedente. Poi (a 17, 20 e 28 anni di età) è stato chiesto loro se avessero consumato cannabis ma anche altre tipologie di sostanze stupefacenti (allucinogeni, anfetamine, barbiturici, tranquillanti, eroina..). I ricercatori hanno osservato che anche per questi comportamenti i ragazzi più a rischio erano quelli che si erano avvicinati alla cannabis in giovanissima età.

Un altro aspetto sottolineato dalla ricerca, che potete consultare a questo link, è che anche la frequenza di assunzione è molto importante: anche se, in generale, i ragazzi che hanno iniziato a 17 presentano un rischio più basso di sviluppare comportamenti problematici (abuso e dipendenza), tale rischio raddoppia nel caso di consumatori abituali (20 volte o più nel corso di un anno) se confrontato con i consumatori occasionali. 

 

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